SCHÖNBERG

SCHÖNBERG

Arnold Schönberg

Schönberg Arnold nasce a Vienna il 13 settembre 1874 in una famiglia ebrea della piccola borghesia. Nonostante in famiglia non ci sia una tradizione musicale, sia Arnold sia sua sorella e suo fratello mostrano uno spiccato talento musicale. A otto anni Schönberg inizia a suonare il violino con un suo coetaneo e amico e, poco tempo dopo, a comporre. Più tardi imparerà da solo a suonare il violoncello. Schönberg è autodidatta. Il suo unico insegnante è il musicista Alexander von Zemlinsky, direttore di un'orchestra di dilettanti di cui entra a far parte, suo amico e fratello della sua futura prima moglie. Con lui Schönberg studia composizione, mentre da solo studia i compositori classici e romantici. Nel 1890, però, muore il padre e Schönberg, che ha sedici anni è costretto a impiegarsi in banca per sostenere la famiglia. Per lo studio della musica ha tempo solo dopo il lavoro, nelle serate trascorse con gli amici.

 

La distruzione delle regole tradizionali

Sin dalle prime composizioni il suo linguaggio appare molto distante dal consueto. Se il Quartetto d'archi in Re maggiore (1897) piace, la Notte trasfigurata (1899) viene rifiutata dall'editore e nel 1900 alcuni suoi Lieder vengono contestati dal pubblico. Gode tuttavia di grande considerazione da parte di molti musicisti suoi contemporanei, tra cui Mahler. Nel 1901 inizia a insegnare musica. L'insegnamento e la composizione costituiscono le grandi passioni della sua vita: l'attività di insegnante è anche la sua fonte di reddito, dato il suo scarso successo come compositore. Tra i suoi allievi ci saranno Anton von Webern e Alban Berg.

Tra l'inizio del nuovo secolo e la Prima guerra mondiale Schönberg porta fino ai limiti estremi il tradizionale concetto di armonia, sviluppando un modo di comporre atonale, cioè senza tonalità: la tonica non è più il punto di riferimento per le altre note, ma tutte le note hanno uguale importanza. Le composizioni di questo periodo, tra cui Pierrot Lunaire (1912, per voce recitante e piccolo complesso da camera di 8 strumenti), sono fortemente dissonanti, suscitano scandalo e disorientano il pubblico: esprimono l'angoscia e il senso di smarrimento dell'uomo moderno di fronte alla società contemporanea, su cui incombe la Prima guerra mondiale. Questi stessi anni sono anche quelli di massima attività come pittore. In pittura come in musica si esprime con uno stile "dissonante".

 

Le nuove regole della dodecafonia e il trasferimento negli Stati Uniti

Prima e dopo il primo conflitto mondiale, Schönberg vive tra Vienna e Berlino. Morta nel 1923 la prima moglie, da cui ha avuto due figli, si risposa nel 1924 e nel 1925 assume la cattedra di composizione al Conservatorio di Berlino. Proprio in questi anni di crescente antisemitismo, scrive, tra l'altro, i primi due atti dell'opera Mosè e Aronne, che segna un passo verso il riavvicinamento alle sue origini ebraiche. Tra le due guerre, Schönberg sperimenta diverse strade per arrivare all'invenzione di nuove regole, fino a quando definisce l'idea della musica dodecafonica.

Nel 1933, appresa la notizia che il governo nazista ha intenzione di togliere il posto agli ebrei, lascia Berlino, prima per la Francia, poi per gli Stati Uniti. Insegna prima a Boston, poi all'Università della California.

Nel 1947 compone Un sopravvissuto di Varsavia, opera che si ispira un episodio avvenuto all'inizio della Seconda guerra mondiale nel ghetto ebraico della ca-

pitale polacca. Muore nel 1951.


SCHUBERT

Franz Schubert

Franz Schubert nasce il 31 gennaio 1797 a Vienna. Il padre, di origini contadine e immigrato nella capitale austriaca dalla Moravia, è riuscito a studiare e a diventare maestro di scuola; suona anche discretamente il violino e il violoncello, perché l'educazione scolastica nell'impero asburgico prevede anche la formazione musicale. Franz è il dodicesimo di quattordici figli, ma solo cinque dei fratelli Schubert raggiungono l'età adulta e, insieme a Franz, due diventano musicisti di professione. La prima formazione musicale di Schubert avviene quindi in famiglia: il padre gli insegna il violino, uno dei fratelli maggiori il pianoforte.

Gli studi in collegio e i primi capolavori

Nel 1808 viene ammesso come cantore in un collegio prestigioso dove tra gli altri insegna Antonio Salieri, maestro di cappella della corte viennese e operista di successo. La prima composizione di Schubert, una Fantasia per pianoforte a quattro mani, risale al 1810.

Del 1812-1813 sono i primi quartetti per archi e del 1813 è la Sinfonia n. 1 in Re maggiore. Nel 1813 Schubert deve lasciare il collegio perché la famiglia non può più sostenere le spese e decide di prendere la licenza di assistente scolastico per potersi mantenere mentre si dedica a ciò che gli interessa: comporre musica.

Degli anni 1814-1815 sono i primi capolavori nei generi tipicamente romantici del Lied (un brano breve per voce solista e pianoforte) e della ballata: Margherita all'arcolaio e Il re degli Elfi.

Nel 1817 lascia però l'impiego e va a vivere nella casa messa a disposizione da un amico, per occuparsi esclusivamente della musica. In quell'anno compone, tra l'altro, i Lieder La trota, che nel 1819 darà il titolo al Quintetto in La maggiore, e La morte e la fanciulla, che nel 1824 darà il titolo al celebre Quartetto in Re minore, in cui è evidente una straordinaria padronanza della tecnica musicale

Le scelte artistiche contro corrente

Nel 1817 Schubert conosce il baritono Johann Michael Vogl, cantante di successo, che da quel momento diventa interprete e destinatario dei suoi Lieder. Ricordiamo le raccolte La bella mugnaia (1823) e Viaggio d'inverno (1827). Con Vogl compie due tournée in Austria (1819 e 1825) e grazie a lui raggiunge la popolarità come autore di Lieder, un genere, però, che nella mentalità dell'epoca è considerato minore.

Nella sua breve vita - muore infatti il 19 novembre 1828, a soli 31 anni - Schubert compone un migliaio di opere, tre quarti delle quali sono vocali (Lieder, messe e opere liriche). Non raggiunge però mai un successo tale da garantirsi la stabilità economica, per due motivi. Il primo è che vive nell'epoca in cui dominano Beethoven e lo stile musicale "grandioso" ben rappresentato dalla Nona sinfonia e da cui Schubert si tiene lontano anche nelle sue sinfonie. Di queste, la n. 9 verrà presto dimenticata e riscoperta da Schumann nel 1839.

Il secondo è che Schubert predilige forme e generi musicali - come per esempio pezzi per pianoforte a quattro mani, quartetti per archi e Lieder - che si addicono all'esecuzione in un salotto o, comunque, davanti a un pubblico ristretto, più che alle grandi sale da concerto.


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