GIOACHINO ROSSINI

Gioachino Rossini

GIOACHINO ROSSINI

Gioachino Rossini

Gioachino Rossini

nato a Pesaro il 29 Febbraio 1792, é presto attratto dalla composizione e nel 1810 ottiene il primo successo con La cambiale di matrimonio.

Negli anni seguenti seguenti scrive quasi quaranta opere di vario genere: buffe, come Il barbiere di Siviglia (1816); semiserie, come La gazza ladra (1817); serie, come Guglielmo Tell, del 1829, il capolavoro con cui lascia il mondo dell'opera, nel piano della popolarità, per dedicarsi alla composizione di musica da camera e musica sacra.

Rossini mantiene il legame con la tradizione settecentesca degli intermezzi, ma allarga la struttura dell'opera buffa, fissandola in due atti. É inoltre considerato l'ultimo compositore classico del melodramma e rappresenta il passaggio del Classicismo al Romanticismo. La sua musica é classica per la chiarezza e la semplicità dello stile, ricca di ottimismo, gioiosa, spesso rapida e vivace, con effetti trascinanti come il celebre "crescendo rossiniano".

Nelle ultime composizioni introduce elementi innovativi e affronta alcuni temi romantici, come nel caso di Guglielmo Tell, in cui é narrata la vicenda dell'eroe nazionale svizzero. 

Rossini morì dopo aver lungamente combattuto contro un cancro al retto, inutilmente trattato con due interventi chirurgici (che causarono, tra l'altro, una devastante infezione), nella sua villa di Passy, presso Parigi, il 13 novembre 1868, poco prima del suo settantasettesimo compleanno. Le sue spoglie furono tumulate nel cimitero parigino di Père Lachaise, per essere poi traslate in Italia nel 1887, nove anni dopo la morte della Pélissier, su iniziativa del governo italiano, e riposare definitivamente nella Basilica di Santa Croce, a Firenze. Il suo monumento funebre, realizzato da Giuseppe Cassioli, fu inaugurato nel 1900.


SCARLATTI

Giuseppe Domenico Scarlatti

Giuseppe Domenico Scarlatti, compositore e clavicembalista italiano.

Allievo di suo padre, Alessandro Scarlatti, già nel 1701 fu nominato organista e compositore della cappella reale di Napoli. Nel 1705 il padre lo condusse con sé a Roma, e subito lo mandò a Venezia, dove fu affidato a F. Gasparini, maestro alla Pietà, e si perfezionò nel clavicembalo. Nel 1708 passò a Roma, ricercato ormai dalle famiglie patrizie quale grande virtuoso, e in casa del card. Ottoboni pare abbia sostenuto una gara con Händel. Intanto diveniva maestro di cappella della regina Maria Casimira di Polonia, allora a Roma, e dal 1708 al 1714 dava al teatro di quella corte alcune opere e faceva eseguire oratorî e cantate.

Nel 1715 succedette a T. Baj come maestro della Cappella Giulia nella basilica vaticana e compose musica sacra. Nel 1718 fece rappresentare un'opera nel teatro Capranica. Nel 1719 lasciò la Cappella Giulia, diretto a Londra; ma non pare che a Londra si sia poi effettivamente recato. Händel però diresse una sua opera al teatro Haymarket nel 1720. In questo anno S. è alla corte di Lisbona quale maestro della cappella reale (incorporata da Giovanni V alla cattedrale) e, tra l'altro, è anche maestro di musica degli infanti.

Matrimonio

Nel 1728 l'infanta Maria Barbara sposò Ferdinando principe delle Asturie e condusse con sé a Madrid il suo maestro. Lì Scarlatti fu maestro dei principi delle Asturie, dedicò al re Giovanni V l'unico lavoro dato alle stampe a propria cura (gli Essercizi per gravicembalo: 30 sonate e la Fuga del gatto) e scrisse non opere teatrali, ma alcune cantate e soprattutto musica cembalistica, mentre sue composizioni furono pubblicate in varî paesi a cura di altri musicisti. Quando nel 1746 il principe ascese al trono, S. fu nominato maestro "de los Reyes". L'ultima sua composizione pare essere stata il Salve Regina per canto, archi e organo oggi conservato a Napoli.

Produzione artistica

La sua produzione è molto vasta, soprattutto nel campo della cembalistica: si possono indicare circa una decina d'opere teatrali (però due o tre composte soltanto in parte da S.), molte cantate, specie profane, un oratorio, alcuni pezzi sacri e circa 550 composizioni per clavicembalo. Delle musiche vocali (comprese le opere) compaiono pagine scelte in molte antologie e raccolte. Delle cembalistiche, alle edizioni parziali del tempo e a quelle del sec. 19º sono da aggiungere l'edizione completa, in 10 volumi, e un'appendice, curata da A. Longo presso Ricordi, e a questa ancora 5 composizioni ritrovate da W. Gerstenberg a Parma e da lui pubblicate, oltre a quella in 18 voll., curata da R. Kirkpatrick per la Johnson reprint corporation di New York (1971). Nella musica vocale S. appare musicista di talento, ma è nella cembalistica che dà il meglio di sé. Le composizioni per cembalo sono generalmente brevi e in un sol pezzo, quantunque si chiamino di solito sonate. Il movimento è quasi sempre in Allegro, Allegrissimo, Presto, ecc., e soltanto la quinta parte della produzione cembalistica è in tempo moderato.

Il carattere delle sonate in ritmo binario può spesso ricordare quello d'un primo tempo di concerto, laddove quelle in ritmo ternario sembrano alludere al futuro Scherzo beethoveniano. La forma può essere, secondo Gerstenberg, di tre tipi: uno monotematico, uno a più temi pressoché equipollenti e un terzo a più temi subordinati a due o tre principali, il quale ultimo tipo può preludere a quello della sonata classica. Comunque, il pezzo è generalmente bipartito e la seconda parte, dopo una certa transizione, riprende la prima dal 2º tema alla fine, cadenzando naturalmente non più sulla dominante o sul relativo ma sulla tonica. La scrittura strumentale è leggerissima e nello stesso tempo tenace, arditissima per la tecnica e l'agilità che richiede. L'invenzione tematica è inesauribile, l'armonia nuova fino alla temerità nell'uso delle dissonanze. S. è il più grande clavicembalista italiano e uno dei due o tre maggiori di ogni tempo, studiato e ammirato da Händel, Clementi, Beethoven, Chopin e ancor oggi dai contemporanei.


PUCCINI

Giacomo Puccini

Giacomo Puccini nasce a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti da cinque generazioni. Fin da piccolo dimostra di possedere un grande talento musicale, anche se non dimostra di essere propriamente un ragazzo prodigio. Indolente e poco incline allo studio, forse perché gli veniva tutto fin troppo facile, i professori lamentavano la sua pigrizia. Riesce comunque ad ottenere una borsa di studio per il Conservatorio di Milano; tuttavia la madre, desiderosa di continuare le tradizioni familiari, lo manda a studiare presso l'istituto musicale di Lucca. All'età di diciotto anni il giovane Puccini presenta la cantata "Juno" in un concorso lucchese; non vince il premio ma ottiene l'esecuzione del lavoro, che stimola la sua ambizione. Sotto l'influenza dell'Aida di Verdi, rivolge il suo interesse alle tradizioni operistiche italiane. Con l'aiuto finanziario dei familiari e grazie ad una borsa di studio della Regina Margherita, si iscrive al Conservatorio di Milano, dove dal 1880 al 1883 studia con Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli.

Quest'ultimo presenta il giovane compositore allo scrittore Ferdinando Fontana il quale si occupa di scrivere il libretto per la prima opera di Puccini: "Le Villi". Presentata ad un concorso, l'opera, al pari di "Juno", non riesce a vincere il premio, ma si guadagna il favore del pubblico quando viene rappresentata a Milano nel 1884.

Questo successo induce l'editore Ricordi a commissionare a Puccini una nuova opera, che il compositore scrive cinque anni dopo chiamandola "Edgar"; non avrà però particolare successo.

OPERE SUCCESSIVE

Sarà con "Manon Lescaut" del 1893 e la "Bohéme" del 1896, rispettivamente terza e quarta opera di Puccini, entrambe rappresentate per la prima volta a Torino, che troverà fama e fortuna.

 

Le due opere successive, "Tosca" del 1900 e "Madama Butterfly" del 1904, vengono accolte con minore entusiasmo alla prima esecuzione. I critici che avevano condannato la Tosca vengono però in seguito smentiti dal pubblico; così, dopo la revisione nelle settimane successive alla prima alla Scala, anche Madama Butterfly ottiene un grande successo.

LE DOTI DRAMMATICHE

Le doti di Puccini furono soprattutto drammatiche. La sua intensa e sensibile vena teatrale e le sue opere immortali, ci restituiscono un teatro ancora modernissimo, gran anticipatore, per certi versi, della sensibilità cinematografica. Inoltre, Puccini possedeva un gusto eccezionale per il colore timbrico strumentale e un senso melodico molto sviluppato che lo ha reso unico. Le sue struggenti opere rappresentano per tutto il mondo, al pari di quelle di Giuseppe Verdi, la tradizione operistica italiana al suo grado più alto.

 

 


PAGANINI

Niccolò Paganini

Paganini nasce a Genova nel 1782. A 15 anni è già conosciuto nella sua città come abile concertista. Dal 1796 fu a Parma per terminare i suoi studi e dal 1801 divenne primo violino dell'orchestra di Lucca Dal 1805 al 1808 fu primo violino nell'orchestra di corte della principessa Elisa Baciocchi. A partire dal 1809 si dedicò esclusivamente a una frenetica attività concertistica. La sua carriera è rapida e fortunata e la sua fama di grande virtuoso del violino e della chitarra si diffonde velocemente in Italia. Nel 1828 inizia una lunga tournée in tutta Europa e raccoglie ovunque grandi trionfi. Pur essendo sempre associato al violino, Paganini fu anche un virtuoso della chitarra, strumento per cui compose alcune opere. Con Paganini, per la prima volta nella musica, compare un compositore che si identifica totalmente e quasi esclusivamente con il proprio strumento. Violinista di straordinaria abilità, il cui virtuosismo oltrepassa decisamente i livelli precedentemente raggiunti dalla tecnica violinistica, egli influenza compositori quali Chopin e Liszt, grandi virtuosi del pianoforte, che trasferiscono su questo strumento le conquiste da lui raggiunte. Paganini introduce importanti innovazioni sul piano armonico, timbrico e ritmico, in particolare nei 24 Capricci. Muore a Nizza nel 1840.

Il "Dio del violino"

Alcune cronache viennesi d'epoca comunicarono 'apprezzamento nei riguardi di Paganini utilizzando l'espressione "dio del violino": «Nessun artista finora ha eccitato tante sensazioni fra le nostre mura quanto questo dio del violino: fino a questo momento il pubblico non aveva mai speso tanto volentieri il proprio denaro per un concerto come questo... Dopo i suoi due primi concerti si sentiva un nome solo su tutte le labbra, cioè il suo, e sembrava che fosse cessato ogni interesse per le novità politiche, civili ed eleganti». E per commentare con più precisione la bravura tecnica del maestro (qui raffigurato in un disegno del 1831), c'era chi diceva: «Quello che abbiamo sentito supera ogni credenza e non si può descrivere con parole. La più sublime grandiosità congiunta alla più perfetta purezza; passaggi di ottave e decime con la velocità del lampo; passaggi di sedicesimi dei quali una parte pizzicata, l'altra con l'arco; tutto così chiaro e preciso che neppure la minima variazione sfugge all'udito; accordi pronti e variati senza interruzione nei più difficili passi di bravura».


STRAVINSKIJ

Igor Stravinskij

Igor Stravinskij nasce il 18 giugno 1882 a Oranienbaum, una cittadina sul golfo di Finlandia. Il padre è figlio di grandi proprietari terrieri ed è cantante dell'Opera di San Pietroburgo. Igor non seguirà un corso regolare di studi musicali e la sua predisposizione verso la musica non sarà tenuta in gran conto in famiglia. Nel 1901 finisce il liceo e si iscrive a giurisprudenza per volere della famiglia. Tra i suoi compagni di università c'è anche il figlio di Rimskij-Korsakov. Rimskij-Korsakov lo invita a consolidare le sue conoscenze musicali. Gli insegna le forme classiche e l'orchestrazione e lo invita a seguire la sua vocazione di musicista.

I balletti e il periodo russo

Un altro incontro importante è quello con Sergej Diaghilev, direttore della compagnia dei Balletti russi a Parigi, che dopo avere ascoltato i suoi primi lavori gli commissiona dei balletti. Stravinskij scrive per lui tre importantissimi balletti: L'uccello di fuoco (1910), Petruska (1910-11) e la Sagra della primavera (1913). Si tratta di opere legate alla tradizione russa, sia dal punto di vista dell'argomento, sia da quello musicale. Il suo stile è molto originale e la sua musica è considerata molto innovativa: abbandona il linguaggio classico della tonalità (in cui melodia e armonia sono nella medesima tonalità) e sovrappone tonalità diverse con un effetto dissonante, primitivo, violento nella scelta dei timbri e dei ritmi. Il pubblico rimane sconcertato di fronte a questa musica politonale.

L'apertura verso il nuovo

Verso al fine degli anni Dieci la musica jazz diventa per Stravinskij una nuova fonte di ispirazione: inserisce un ragtime nell'Historie du soldat (1918), scrive Ragtime per 11 strumenti (1918) e Piano Rag-music (1919). Sempre in questi anni nasce la prima opera neoclassica, Pulcinella (1919), un balletto su musiche di G.B. Pergolesi, a cui seguiranno l'oratorio Edipo re (1927), il Concerto per pianoforte e orchestra (1929) e il melodramma La carriera di un libertino (1951). Stravinskji è il creatore e il massimo esponente del Neoclassicismo.

A partire dagli anni Cinquanta Stravinskji riscopre la musica dodecafonica e seriale, attraverso le opere di un allievo di Schönberg, Anton von Webern. A questa ultima tappa appartengono opere generalmente dal titolo latino, come Threni id est lamentatio Jeremiae prophetae per solo coro e orchestra (1958) e Monumento pro Gesualdo di Venosa ad CD annum (1960), composto da tre madrigali per strumenti a fiato e archi. Muore nel 1971.


SCHÖNBERG

Arnold Schönberg

Schönberg Arnold nasce a Vienna il 13 settembre 1874 in una famiglia ebrea della piccola borghesia. Nonostante in famiglia non ci sia una tradizione musicale, sia Arnold sia sua sorella e suo fratello mostrano uno spiccato talento musicale. A otto anni Schönberg inizia a suonare il violino con un suo coetaneo e amico e, poco tempo dopo, a comporre. Più tardi imparerà da solo a suonare il violoncello. Schönberg è autodidatta. Il suo unico insegnante è il musicista Alexander von Zemlinsky, direttore di un'orchestra di dilettanti di cui entra a far parte, suo amico e fratello della sua futura prima moglie. Con lui Schönberg studia composizione, mentre da solo studia i compositori classici e romantici. Nel 1890, però, muore il padre e Schönberg, che ha sedici anni è costretto a impiegarsi in banca per sostenere la famiglia. Per lo studio della musica ha tempo solo dopo il lavoro, nelle serate trascorse con gli amici.

 

La distruzione delle regole tradizionali

Sin dalle prime composizioni il suo linguaggio appare molto distante dal consueto. Se il Quartetto d'archi in Re maggiore (1897) piace, la Notte trasfigurata (1899) viene rifiutata dall'editore e nel 1900 alcuni suoi Lieder vengono contestati dal pubblico. Gode tuttavia di grande considerazione da parte di molti musicisti suoi contemporanei, tra cui Mahler. Nel 1901 inizia a insegnare musica. L'insegnamento e la composizione costituiscono le grandi passioni della sua vita: l'attività di insegnante è anche la sua fonte di reddito, dato il suo scarso successo come compositore. Tra i suoi allievi ci saranno Anton von Webern e Alban Berg.

Tra l'inizio del nuovo secolo e la Prima guerra mondiale Schönberg porta fino ai limiti estremi il tradizionale concetto di armonia, sviluppando un modo di comporre atonale, cioè senza tonalità: la tonica non è più il punto di riferimento per le altre note, ma tutte le note hanno uguale importanza. Le composizioni di questo periodo, tra cui Pierrot Lunaire (1912, per voce recitante e piccolo complesso da camera di 8 strumenti), sono fortemente dissonanti, suscitano scandalo e disorientano il pubblico: esprimono l'angoscia e il senso di smarrimento dell'uomo moderno di fronte alla società contemporanea, su cui incombe la Prima guerra mondiale. Questi stessi anni sono anche quelli di massima attività come pittore. In pittura come in musica si esprime con uno stile "dissonante".

 

Le nuove regole della dodecafonia e il trasferimento negli Stati Uniti

Prima e dopo il primo conflitto mondiale, Schönberg vive tra Vienna e Berlino. Morta nel 1923 la prima moglie, da cui ha avuto due figli, si risposa nel 1924 e nel 1925 assume la cattedra di composizione al Conservatorio di Berlino. Proprio in questi anni di crescente antisemitismo, scrive, tra l'altro, i primi due atti dell'opera Mosè e Aronne, che segna un passo verso il riavvicinamento alle sue origini ebraiche. Tra le due guerre, Schönberg sperimenta diverse strade per arrivare all'invenzione di nuove regole, fino a quando definisce l'idea della musica dodecafonica.

Nel 1933, appresa la notizia che il governo nazista ha intenzione di togliere il posto agli ebrei, lascia Berlino, prima per la Francia, poi per gli Stati Uniti. Insegna prima a Boston, poi all'Università della California.

Nel 1947 compone Un sopravvissuto di Varsavia, opera che si ispira un episodio avvenuto all'inizio della Seconda guerra mondiale nel ghetto ebraico della ca-

pitale polacca. Muore nel 1951.


SCHUBERT

Franz Schubert

Franz Schubert nasce il 31 gennaio 1797 a Vienna. Il padre, di origini contadine e immigrato nella capitale austriaca dalla Moravia, è riuscito a studiare e a diventare maestro di scuola; suona anche discretamente il violino e il violoncello, perché l'educazione scolastica nell'impero asburgico prevede anche la formazione musicale. Franz è il dodicesimo di quattordici figli, ma solo cinque dei fratelli Schubert raggiungono l'età adulta e, insieme a Franz, due diventano musicisti di professione. La prima formazione musicale di Schubert avviene quindi in famiglia: il padre gli insegna il violino, uno dei fratelli maggiori il pianoforte.

Gli studi in collegio e i primi capolavori

Nel 1808 viene ammesso come cantore in un collegio prestigioso dove tra gli altri insegna Antonio Salieri, maestro di cappella della corte viennese e operista di successo. La prima composizione di Schubert, una Fantasia per pianoforte a quattro mani, risale al 1810.

Del 1812-1813 sono i primi quartetti per archi e del 1813 è la Sinfonia n. 1 in Re maggiore. Nel 1813 Schubert deve lasciare il collegio perché la famiglia non può più sostenere le spese e decide di prendere la licenza di assistente scolastico per potersi mantenere mentre si dedica a ciò che gli interessa: comporre musica.

Degli anni 1814-1815 sono i primi capolavori nei generi tipicamente romantici del Lied (un brano breve per voce solista e pianoforte) e della ballata: Margherita all'arcolaio e Il re degli Elfi.

Nel 1817 lascia però l'impiego e va a vivere nella casa messa a disposizione da un amico, per occuparsi esclusivamente della musica. In quell'anno compone, tra l'altro, i Lieder La trota, che nel 1819 darà il titolo al Quintetto in La maggiore, e La morte e la fanciulla, che nel 1824 darà il titolo al celebre Quartetto in Re minore, in cui è evidente una straordinaria padronanza della tecnica musicale

Le scelte artistiche contro corrente

Nel 1817 Schubert conosce il baritono Johann Michael Vogl, cantante di successo, che da quel momento diventa interprete e destinatario dei suoi Lieder. Ricordiamo le raccolte La bella mugnaia (1823) e Viaggio d'inverno (1827). Con Vogl compie due tournée in Austria (1819 e 1825) e grazie a lui raggiunge la popolarità come autore di Lieder, un genere, però, che nella mentalità dell'epoca è considerato minore.

Nella sua breve vita - muore infatti il 19 novembre 1828, a soli 31 anni - Schubert compone un migliaio di opere, tre quarti delle quali sono vocali (Lieder, messe e opere liriche). Non raggiunge però mai un successo tale da garantirsi la stabilità economica, per due motivi. Il primo è che vive nell'epoca in cui dominano Beethoven e lo stile musicale "grandioso" ben rappresentato dalla Nona sinfonia e da cui Schubert si tiene lontano anche nelle sue sinfonie. Di queste, la n. 9 verrà presto dimenticata e riscoperta da Schumann nel 1839.

Il secondo è che Schubert predilige forme e generi musicali - come per esempio pezzi per pianoforte a quattro mani, quartetti per archi e Lieder - che si addicono all'esecuzione in un salotto o, comunque, davanti a un pubblico ristretto, più che alle grandi sale da concerto.


VERDI

Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi nasce a Roncole di Busseto, in provincia di Parma, il 10 ottobre 1813. Il padre divide il suo tempo tra una piccola osteria e il lavoro nei campi. La madre è una filatrice. Giuseppe, che mostra un talento precoce, studia musica con l'organista della chiesa, poi prosegue al ginnasio e alla scuola di musica del paese. Nel 1832 si reca a Milano per l'esame di ammissione al Conservatorio, ma non viene ammesso. Prosegue gli studi privatamente, con Vincenzo Lavigna, operista e maestro di cembalo al Teatro alla Scala. Grazie a lui Verdi entra in contatto con il mondo dell'opera.

La prima fase: le opere e politiche

La rappresentazione della sua prima opera, Oberto conte di San Bonifacio, al Teatro alla Scala avviene nel 1839. Ma per Verdi gli anni tra il 1838 e il 1840 sono un periodo difficile dal punto di vista familiare perché funestati dalla morte della moglie e di due figli. La perdita delle persone care lo porta sul punto di abbandonare la carriera, ma alla fine prevale l'ispirazione artistica e Verdi riesce a comporre Nabucco (1842) e I Lombardi alla prima crociata (1843), lavori con i quali ottiene un grande successo. Sono opere di carattere storico, come la successiva Battaglia di Legnano (1849), e hanno come protagonisti popoli

che cercano di riconquistare la libertà. Oppressi dal dominio straniero, gli italiani si identificano facilmente con queste storie e ritrovano espressi in esse, soprattutto nei cori, il loro desiderio di indipendenza e le loro aspirazioni politiche del Risorgimento.

La seconda fase: la trilogia "popolare"

Durante la seconda fase della sua vita artistica Verdi compone tre grandi capolavori, conosciuti come la trilogia "popolare": Rigoletto (1851), Il trovatore (1853), La traviata (1853). Queste opere prendono forma attorno alla vita di singoli individui, di cui la musica racconta la storia, descrive i sentimenti e i conflitti sociali in cui sono coinvolti. Per fare questo, Verdi modifica la struttura tradizionale del melodramma, adattandola alle esigenze delle vicende rappresentate. Così, quando

Rigoletto entra in scena per la prima volta intona un recitativo, che più si adatta al personaggio e alla situazione. Solitamente, invece, all'inizio di un'opera, al protagonista veniva fatta cantare un'aria, senzapreoccupazione per il carattere della scena e del personaggio.

Verdi continua a viaggiare in Italia e in Europa, per seguire la messa in scena delle sue opere. Nel 1859sposa il soprano Giuseppina Strapponi e nel 1861 viene eletto nel primo parlamento italiano.

La terza fase: una nuova forma di melodramma

Mentre al di là delle Alpi, il compositore tedesco Richard Wagner (1813-1883) sta lavorando a una riforma del melodramma, che però il compositore italiano non condivide, Verdi si dedica a creare una nuova forma d'opera lirica in cui ci sia una perfetta fusione tra la musica e l'azione drammatica.

Per lui è necessario che la musica possa fluire senza interruzioni, adattarsi liberamente alle situazioni e alle parole e abbandonare la netta distinzione tra

arie e recitativi. Da questa sua riforma, che incontra anche diverse critiche sia del pubblico sia degli addetti ai lavori, nascono capolavori come Don Carlos (1867), Aida (1871, composta per i festeggiamenti per l'apertura del Canale di Suez), Otello (1887), e Falstaff (1893).

Giuseppe Verdi muore a Milano il 27 gennaio 1901.


CHOPIN

Fryderyk Chopin

Fryderyk Chopin nasce il 1° marzo 1810 in Polonia, nei pressi di Varsavia. In questo periodo la Polonia non è uno stato indipendente, ma un granducato assoggettato alla Russia. Nel 1811 la famiglia si trasferisce a Varsavia, dove il padre ha ottenuto il posto di insegnante di francese al liceo. Chopin è autodidatta e rivela fin da piccolo doti di compositore e di virtuoso eccezionale. Il suo unico maestro di pianoforte è un musicista polacco che dal 1816 al 1821 gli farà conoscere Bach, Haydn, Mozart e Beethoven. Scrive la sua prima composizione a sette anni e a otto si esibisce davanti al granduca di Polonia. Da questo momento inizia a frequentare i salotti dell'aristocrazia e partecipare alla vivace vita musicale della città. Nelle estati del 1824 e del 1825 trascorre un periodo presso un compagno di scuola in campagna, dove entra in contatto con la musica popolare polacca. La contabilità, cioè un tocco e uno stile che imitano la voce umana, e le melodie della musica popolare sono due caratteristiche fondamentali delle sue opere.

I primi viaggi all'estero

Tra il 1828 e il 1830 compie due viaggi, a Berlino e a Vienna. Nella città tedesca assiste, tra gli altri, a un concerto di Paganini, mentre a Vienna si esibisce con grande successo in vari concerti, dove esegue proprie composizioni, soprattutto per pianoforte e orchestra, tra cui la Grande polacca e i due Concerti. Sostenuto soltanto dai soldi del padre, perché il governo polacco gli ha negato una borsa di studio, Chopin ritorna a Vienna nel novembre del 1830 e qui, una settimana dopo il suo arrivo, viene a conoscenza dei moti in Polonia e della durissima repressione russa. Non tornerà mai più in patria.

Parigi, la nuova patria

Nell'estate del 1831 lascia Vienna per Parigi, dove conosce Liszt, Mendelssohn, Rossini e Berlioz e ritrova alcuni amici polacchi fuggiti dalla patria. Nella capitale francese compone e pubblica le sue opere, esegue concerti e dà lezioni di pianoforte. Dal 1835 le sue apparizioni in pubblico come concertista si diradano perché Chopin si considera più un compositore che un pianista e in secondo luogo perché, mentre nelle grandi sale da concerto il pubblico predilige composizioni di grandi dimensioni per pianoforte e orchestra, Chopin invece ha iniziato a dedicarsi a opere per pianoforte solo e di dimensioni medio-brevi come per esempio i notturni, gli studi, le ballate, le mazurke e le polacche. Straordinari capolavori sono i 21 Notturni, composti tra il 1827 e il 1846, e i 24 Preludi op. 28 (1931-1839), la Berceuse (1843) e Barcarole (1846). A Parigi le sue esibizioni sono limitate ai salotti privati davanti a un pubblico selezionato ed esclusivo. La sua fama è ormai tale però che riesce a mantenere il successo grazie alla sola vendita delle sue opere. 

Nel 1838, dopo il fallimento del fidanzamento con una giovane polacca per l'opposizione dei genitori di lei, conosce e si lega affettivamente alla scrittrice George Sand. Nel 1839 compaiono i sintomi della tubercolosi, malattia che lo condurrà alla morte, avvenuta il 12 ottobre 1849.


VIVALDI

Antonio Vivaldi

Antonio Vivaldi nasce a Venezia nel 1678. Cagionevole di salute, risentirà per tutta la vita di questo problema: si tratta probabilmente di una forma di asma, oggi curabile, ma che allora poteva condurre alla morte. Suo padre è un musicista senza lavoro fisso e mantiene la famiglia lavorando presso le case dei nobili, durante le feste, nelle chiese che non hanno un organico musicale stabile e nei teatri. È lui il suo primo maestro e lavorando con il genitore Vivaldi fa le prime esperienze da musicista. Il padre starà vicino al figlio per tutta la sua carriera fino alla sua morte (1736). Antonio viene avviato alla carriera ecclesiastica, per sostenere il precario bilancio familiare.

Violinista, docente, compositore, esecutore presso l'Ospedale del pietà 

Il 1703 e un anno di svolta: viene ordinato sacerdote (ma presto verrà dispensalo dagli Impegni sacerdotali per motivi di salute) e ottiene i posto di maestro e violino presso l'Ospedale della Pieta. Vi rimarrà, anche se non stabilmente, fino al 1717. Gli ospedali sono istituzioni pubbliche in cui si accolgono e si educano ragazze orfane. La maggior parte ha una formazione generica; quelle più dotate ricevono anche una formazione musicale e costituiscono l'orchestra che si esibisce regolarmente sotto la direzione di maestri famosi. "

Le esibizioni hanno luogo la domenica, in altre feste solenni e davanti a ospiti politici illustri in visita alla città. Famosi anche all'estero, i concerti tenuti delle orfane dell'Ospedale della Pietà sono meta di musicisti stranieri in visita alla città. L'Orchestra della Pietà è costituita da circa cinquanta elementi: venti coriste (di cui due soliste) e una trentina di strumentiste (di cui due organiste). La loro preparazione musicale è di altissimo livello ed è proprio qui che in questi anni nasce a opera di Vivaldi il concerto solistico barocco

Dalle prime pubblicazioni alla fama internazionale

Nel 1704 diventa anche maestro di viola all'inglese (una viola con corde doppie) e nel 1705 pubblica per la prima volta alcune sue sonate a tre. Nel 1709 pubblica dodici sonate per violino ma è solo nel 1711, quando un editore olandese pubblico l'Estro armonico, che Vivaldi raggiunge una notevole fama internazionale. Nonostante il successo non si arricchisce però, perché a quell'epoca i compositori venivano pagati a forfait, non in base alle copie vendute. A questa seguiranno altre dieci raccolte di concerti, tra cui La stravaganza (1713) e Il cimento dell'armomia e dell'invenzione (1725), che contiene le famose Quattro stagioni

Vivaldi autore di melodrammi

Nel 1713 inizia la sua carriera di autore di melodrammi e, grazie alle sue doti organizzative, anche di impresario. La sua prima opera, Ottone in Villa, viene rappresentata a Vicenza. Dopo la rappresentazione del suo primo lavoro continua a scriverne altri e in una lettera del 1739 sostiene di averne composti, verosimilmente, ben novantaquattro (circa tre all'anno). I suoi melodrammi vengono rappresentati sia in uno dei sei teatri stabili di Venezia, sia in altre città, come Vicenza, Treviso, Mantova, Verona, Lucca e Ancona.

Tra il 1729 e il 1730, accompagnato dal padre, si reca a Vienna e a Praga per la rappresentazione di alcune sue opere. Al di là delle Alpi, era già molto conosciuto come autore di concerti: tra il 1713 e il 1714, a Weimar lo stesso Bach ne aveva trascritti alcuni per strumento a tastiera.

Muore in povertà a Vienna

Rientrato a Venezia, le invidie per il suo grande successo non gli lasciano spazio. In più sono avvenuti cambiamenti nel gusto musicale: il concerto barocco ha ormai fatto il suo tempo. Nonostante la sua salute precaria, nel 1741 decide di partire di nuovo alla volta di Vienna, dove muore in povertà il 28 Luglio di quello stesso anno.


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